venerdì 2 gennaio 2009

Santa Bakhita a Nova Milanese


Pubblico uno stralcio della news del 31 dicembre, di Antonio Socci.

Vi si parla anche di Santa Giuseppina Bakhita, che, come molti novesi forse sapranno, è stata di passaggio a Nova Milanese, ospite delle nostre Suore Canossiane.

E' morta nel 1947, quando il Condominio Andrea Doria ancora non esisteva, ma è assai probabile che qualche nostro anziano condomino possa averla conosciuta.
Chi avesse notizie certe di un suo eventuale incontro con "la futura santa", è pregato di farcene comunicazione, attraverso il commentario qui sotto.

Testo stralciato dalla lunga News di Antonio Socci
La padrona quel giorno si annoiava, così decise di far seviziare le tre ragazzine nere che aveva comprato come schiave: avevano circa 10 o 11 anni. Bakhita fu bloccata a terra e con un rasoio le fecero 114 tagli nella carne. Poi riempirono di sale le ferite. Così, per divertimento. Perché era considerata una cosa dai padroni musulmani.

All’età di sette anni, nel 1876, era stata rapita nel suo villaggio sudanese e venduta come schiava quattro volte. Aveva conosciuto solo la ferocia. Così è la storia umana senza Gesù.

Joseph Ratzinger, nel suo Gesù di Nazaret, spiega che prima della venuta del Salvatore il mondo era infestato dai demoni. Dovunque hanno dominato la ferocia e la disumanità. Poi, un giorno, sono risuonate queste parole: «Ho visto la miseria del mio popolo… ho sentito il suo grido e sono sceso per liberarlo» (Es. 3,7). «Egli si è mostrato. Egli personalmente», duemila anni fa. E da allora ogni giorno, «in un fenomeno di umanità diversa», ci dice don Giussani. Pure quella disgraziata ragazza, Bakhita «vi si imbatte e vi sorprende un presentimento nuovo di vita… non ce lo aspettavamo, non ce lo saremmo mai sognato, era impossibile». Bakhita neanche riusciva a sognarlo. Per circostanze casuali, a 16 anni fu portata dai padroni in Italia, a Venezia, e conobbe le suore canossiane. Fu colpita dalla loro umanità e dalla bontà di un vero cristiano, «uomo dal cuore d’oro» che era parente di colui che sarebbe diventato papa san Pio X e che le regalò un crocifisso: «Nel darmelo», ricorda la ragazza, «lo baciò con devozione, poi mi spiegò che Gesù Cristo, Figlio di Dio, era morto per noi». Bakhita restò abbagliata. Era morto per lei? Possibile che qualcuno l’amasse? Sì. Lo vedeva dai volti di «quelle sante madri che mi fecero conoscere Dio», specialmente la suora che la istruì: «Non posso ricordare senza piangere la cura che ebbe di me». Essendo tornati i padroni a riprenderla, per la prima volta, Bakhita, che non voleva più perdere Dio, si rifiutò di seguirli. Il 29 novembre 1889 il Patriarca di Venezia fece intervenire il procuratore del re, che dichiarò Bakhita libera dalla schiavitù. Lei restò in Italia, si fece battezzare, chiese di diventare suora e visse 78 anni «durante i quali sempre più ho conosciuto la bontà di Dio verso di me». Morta nel 1947, è stata proclamata santa nel 2000.Non c’è situazione tanto estrema e drammatica che non possa essere raggiunta e liberata da Dio fatto uomo. Anche oggi, tempo di diverse schiavitù. .......(segue News)

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